SOS RICOSTRUZIONE.

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mercoledì 7 aprile 2010

Intervista a cura di Oscar Giannino



Cari amici del blog vi segnalo il link sottostante attraverso il quale potete ascoltare l'intervista che il giornalista Oscar Giannino ha curato in occasione dell'anniversario del terremoto. Insieme e me ci sono anche il nuovo presidente della provincia di L'Aquila e il prof. Carlomagno dell'Accademia di Belle Arti dell'Aquila. Per far partire la registrazione cliccare sul triangolino rosso accanto al titolo.
Buon ascolto

http://www.radio24.ilsole24ore.com/main.php?articolo=terremoto-aquila-morti-sfollati-dramma-politica

sabato 3 aprile 2010

Divide et impera

Siamo a quasi un anno dal terremoto. Riporto la tabella ufficiale della popolazione assistita al 1° di aprile u.s. e su questa vorrei fare delle osservazioni.
La prima, evidente, è circa il numero totale delle persone assistite. Dal report risulta un totale di 52.257. Sorge spontanea la domanda: ma se nei giorni immediatamente successivi il terremoto eravamo almeno in 70.000 (per difetto) gli sfollati (cfr Il Centro del 7 aprile 2009) che fine hanno fatto i circa 20.000 che mancano all'appello? Forse che sono tutti morti di morte naturale in quest'anno? O forse hanno deciso di rifarsi una vita altrove? Se questo fosse vero, verrebbero smentiti tutti i proclami fatti dalle amministrazioni locali e nazionali circa il mancato esodo dalla città. Se 20.000 non costituiscono un esodo?! O forse, peggio ancora, ce li siamo persi tra le maglie larghe della burocrazia post-sisma (un autentico colabrodo), dimenticati in qualche roulotte o camper o casa B,C,D,E occupate di nascosto, pur d'avere un tetto in città o nelle sue immediate vicinanze, mettendo in pericolo la vita stessa? O forse, più saggiamente, si tratta di coloro che hanno capito subito che era meglio liberarsi dai vincoli dei vari decreti e de-cretini e sistemarsi da soli alla meno peggio.
Un altro dato che non si può fare a meno di notare. Sommando C.A.S.E e M.A.P abbiamo un totale di 16.695 persone. Verrebbe da dire: tutto questo per nulla. Se pensiamo che la maggior parte dei fondi investiti sono andati proprio per questi progetti che poi hanno risposto al bisogno di meno di un terzo della popolazione allora sorge il dubbio che qualcosa non ha funzionato. Che qualche calcolatrice era infetta da uno strano virus che moltiplicava le uscite (in denaro) diminuendo le entrate (in persone). Rapporto inversamente proporzionale che mai ha trovato applicazione nelle leggi dell'economia, nemmeno nelle associazioni non profit dove si punta almeno al pareggio di bilancio.
E quali drammi dentro ogni casa? Forse non tutti sanno che avere un appartamento o un MAP ti esclude da ogni altro beneficio economico. A cosa serve la casa o il map a chi ha perso il lavoro? Il piccolo artigiano, il libero professionista senza più reddito avrà pure un tetto ma di cosa mangerà? Se non si aiuta l'economia il map o la casa diventano loculo.
Circa 800 sono le persone in caserma (finanza e Campomizzi). Ho visto di tutto in questi mesi. Ho visto la disponibilità e la gentilezza della maggior parte dei camerieri e dei cuochi, del personale della mensa. Lo sforzo di preparare un buon pranzo ed una buona cena (non sono mai andato a colazione) ma ho visto anche signore anziane dalle gambe gonfie salire a fatica le scale che portano alla mensa, ho visto anziani in fila per decine e decine di minuti, con il loro vassoio in mano, traballanti sulle incerte gambe. arrivare al posto con metà della minestra nel piatto a causa del tremore alle mani e della stanchezza. Essendo i locali mensa provvisti di molte barriere architettoniche, ho visto gli stessi anziani fare due volte la fila per poter prendere anche il piatto da asporto (caldo) da portare in camera alle proprie mogli o ai propri mariti incapaci di raggiungere la sala mensa. Ho sentito il rumore del silenzio dei tanti single, che consumano il cibo in una imbarazzante solitudine. Non voglio scadere nella poesia o peggio nella retorica ma certo nonsi può dire che tutto sta andando verso la normalità. Di normale non c'è nulla, almeno prendiamone atto, tanto questo non preclude il futuro.
4.380 aquilani sono in strutture ricettive, alias alberghi. Di questi, pastoralmente dovrei accuparmene io come ultimo terminale di una presenza diocesana. Ci sono splendidi volontari della Caritas che non li hanno mai abbandonati, che hanno cercato di rispondere ai loro bisogni, che li seguono nella loro ferialità ma la tensione anche tra questi è alle stelle. Se chi sta nelle immediate vicinanze della città è teso per l'incredibile immobilismo che regna, chi sta lontano è teso per il senso di esclusione totale dalle scelte che si vanno via via facendo. Il cittadino, il privato, non esiste più. Decisioni e scelte continuano ad essere calate dall'alto, da una intelligenza superiore che come gli dei dell'antica Grecia gioca sulla vita degli uomini per verificare scelte e strategie.
E per fare propaganda...
Ho sentito già dai titoli dei telegiornali di oggi.
A L'Aquila tutto è risolto... Per questo ho deciso di non essere a L'Aquila il 6 aprile p.v.
Ma di questo. forse, ad un prossimo post.
Intanto domani è Pasqua, a Lui che ha vinto la morte, a Lui che ha divelto la grande pietra del sepolcro che ostruiva l'esplosione della vita, a Lui che ormai vive immortale, a Lui che è venuto a fare unità, affidiamo le nostre piccole e grandi morti, le porti verso il trionfo della Vita.