SOS RICOSTRUZIONE.

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sabato 6 marzo 2010

Non gettate le perle ai porci.

Ogni giorno leggo il sito de Il capoluogo. Devo riconoscere che spesso vi si trovano notizie che non è facile recuperare nel panorama giornalistico locale. Apprezzo quindi il servizio che svolge. Non sempre però leggo i commenti se non quando... riguardano articoli che coinvolgono la chiesa aquilana. A volte mi divertono, a volte mi indispongono, ma quando la menzogna è evidente beh un po' mi fanno arrabbiare.
Mi riferisco ai commenti espressi in seguito all'articolo sull'incontro che ci sarà lunedì prossimo tra gli organi di governo locali e i rappresentati della chiesa aquilana per un confronto sereno e propositivo circa il futuro della nostra città. Capisco che da sempre gli asini hanno snobbato i primi della classe e che l'ironia il bullismo sono le armi di chi non ha molta materia grigia, ma il troppo stroppia.
Non è in buona fede chi accusa la chiesa aquilana di presunti favori ricevuti... dica quali. Oppure sei un bugiardo ummagumma.
Dica melloncollie in nome di cosa e di chi si dovrebbe ridare la casa dello studente alla città. La casa dello studente, lo dice il nome, è per gli studenti e nessuno può dire che non sia stata usata per questo. Se la curia non avesse messo a disposizione quel terreno e la regione Lombardia non avesse messo a disposizione le risorse economiche certo non dovrebbero ringraziare te per ciò che hai messo a disposizione. Non sempre parlare a sproposito paga, meglio stare zitti che dire stupidaggini.
Loredana cara sai quale è la cosa bella dell'essere preti? Che a fine giornata bisogna dar conto ad un solo padrone che ha avuto fiducia e ci ha presi a giornata. Mi dispiace se a te il nostro lavoro non interessa. Sai quanti lavori non interessano a me, eppure non li giudico.
Francie2009 dicci cosa ha preso la chiesa aquilana. Documentalo. Mi sa che anche tu racconti piccole bugie. Francie, Francie... monella/o.
Fedra cara per ciò che riguarda piazza d'armi o non conosci la verità, in questo caso sarebbe ignoranza quindi documentati, o la conosci ma vuoi fare discorsi qualunquisti, per racimolare applausi dal barbiere, ed allora anche tu ricadi nella sfera dei bugiardi. Chissà che un giorno, poi, non sarai proprio tu a rivolgerti a quella mensa di Celestino che tanto osteggi?!
Bastardo amico mio non ti conosco nemmeno come puoi accusarmi di campare sulle tue spalle. Ma stai tranquillo se un giorno avrai bisogno le mie spalle saranno comunque tuo sostegno.
C'è una città da ricostruire, c'è una tessuto umano che ha bisogno di fiducia e speranza. Lavoriamo per questo, le chiacchere, se non sono quelle di carnevale, se le porta il vento. Ed infine ricordo a me stesso che "i ragli d'asino non arrivano in cielo".

lunedì 1 marzo 2010

Così non va caro sindaco.



Vivo da diversi mesi nella caserma della Guardia di Finanza ed ho sempre, accuratamente, evitato di incontrare politici ed amministratori in visita di cortesia o di solidarietà. Purtroppo sabato scorso non ho potuto evitarlo in quanto, dovendo ritirare dei documenti urgenti dal mio vescovo, l'unico momento in cui darsi appuntamento era proprio il pranzo. Sono arrivato puntuale ma la conferenza stampa andava per le lunghe e quindi mi sono armato di pazienza, ho cercato di respirare poco per non essere contagiato dal virus del potere e mi son messo agli ultimi posti, evangelico come non mai.

Ho colto alcune battute, purtroppo solo del sindaco, gli altri avevano già finito di parlare, tra le quali la seguente:

- ormai dall'Aquila alla costa, grazie alla Teramo mare, ci si impiega solo 35'.

Vorrei precisare, caro il mio sindaco, che per chi non ha l'autista personale, l'auto blu e il lampeggiante sempre acceso i tempi di percorrenza sono esattamente il doppio, se non piove e quindi se la Teramo mare non è allagata. Se, non sia mai, ci si trova nel bel mezzo di una pioggerellina allora meglio affidarsi alla provvidenza e a Maria stella maris.

Finita la conferenza stampa, mentre ritiro i sospirati documenti, ecco che il mio udito è colpito da un'altra brutta espressione.

Descrivo prima la scena. C'è una piccola folla di giornalisti, ma proprio piccola, provinciale, che circonda il sindaco dell'Aquila, quello di Roma, il vescovo ed altre autorità che ignoro. Ognuno a suo modo cerca lo scoop. A me arriva non cercato. Infatti riesce a fare breccia, nel muretto che protegge Cialente, un anziano, ospite anche lui della caserma della Guardia di Finanza ed espone al sindaco il suo problema. La pronta risposta del sindaco mi lascia interdetto. "Vede - risponde Cialente - lei rientra in una di quelle 400 famiglie di cui ho parlato stamattina" e continua nella sua intervista. E no caro il mio sindaco, così proprio non va. Quell'anziano è li davanti a lei e non è uno dei 400 ma è unico con i suoi problemi, le sue attese, i suoi bisogni, i suoi acciacchi, è un suo concittadino, che magari le avrà dato anche il voto a cui non basta far parte di altri 400 sfortunati. Un minimo d'attenzione. Sarà stanco delle lamentele della sua gente. Lo capisco. Ma questo non lo autorizza ad avere un atteggiamento di sufficienza. Quando sente che la stanchezza è troppa se ne stia a casa (se ce l'ha) o nel luogo che meglio di ogni altra la distende.

Vede signor sindaco io e lei non abbiamo mai parlato, non le ho mai chiesto nulla, umilmente mi permetto solo di dirle che non è bello rispondere così. Non so se lei è credente o meno ma se lo immagina Gesù che al lebbroso, che grida verso di lui, risponde "Lei fa parte di quegli altri dieci che stamattina ho incontrato e che ho già sbolognato al tempio"? o alla donna siro-fenicia che spera nella guarigione le dice: "Lei fa parte delle tante donne dal ciclo irregolare"?

No signor sindaco non si fa così.