SOS RICOSTRUZIONE.

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domenica 29 novembre 2009

Vicini a Bertolaso

La parrocchia di san Marciano a L'Aquila e questo blog sono vicini al sottosegretario Guido Bertolaso in questo momento di lutto per la morte del papà. Chiediamo, nella preghiera, la pace nella dimora dei santi per il papà e la consolazione per il dott. Bertolaso e i suoi familiari.

venerdì 27 novembre 2009

Piccoli miracoli feriali.




Grazie ad un'amica che mi ha prestato l'automobile questa settimana ho potuto incontrare un po' di persone che non vedevo da tempo, alcune da prima del terremoto, e come sempre l'incontro rivela aspetti sconosciuti, misteriosi. Tra le persone incontrate c'è stata una giovane mamma che sprizzava serenità, pace, positività. Mi ha detto che la loro casa era da abbattere e che ora vivevano in una casa del progetto C.A.S.E. (scusate il gioco di parole). A questo punto mi sono sorpreso della sua serenità ed ho pensato che probabilmente aveva un buon lavoro, lei o il marito, ed imprudente gli ho chiesto: il lavoro tutto bene? Mi risponde: siamo disoccupati! Mi sono pentito di quella domanda fatta e forse lei lo ha capito ed ha aggiunto: Il Signore non ci sta facendo mancare nulla, è così delicato con noi.
Questi sono quegli incontri che ti cambiano la giornata e forse anche la vita.
Grazie alla solidarietà degli amici di Tuglie ho sempre a disposizione piccole somme di denaro proprio per tentare di rispondere a queste situazioni sconosciute ai mass media per i quali va tutto alla grande, tutto è risolto, sconosciute anche alle grandi associazioni di volontariato che credono che basta dare un tetto ed una scuola, costruire centri polivalenti e studentati per risolvere tutto, situazioni che all'improvviso ti si rivelano in quanto prete. Ho preso ciò che avevo a disposizione in quel momento e glielo dato, non era una grande somma ma pur sempre dignitosa perchè esito di una catena d'amore partita da lontano nello spazio ma accanto nel cuore.
Quasi a scusarmi ho aggiunto: Il dolce per il pranzo di oggi te lo offrono questi amici per i quali ti chiedo un'Ave Maria. Ha guardato quei soldi e mi ha risposto: e se oggi qualcun altro ha più bisogno di noi come farai? -La provvidenza - gli ho detto - ci penserà.
Con questi - mi dice- ho imparato a farci la spesa per un mese. Ed io ho pensato a quei cinque pani e due pesci di cui si parla nel vangelo ed ho capito ancora una volta che la fede non è una pia favola per pie devote ma una sfida che ti fa vivere nella realtà con uno sguardo diverso. E se ha un senso ancora fare il prete a L'Aquila, dove tutto è diventato corsa, moneta, burocrazia, denuncia, veleni, forse sta proprio in questi incontri imprevisti con la folle dei semplici che desiderano "sentirLo parlare".
Ed è il mio natale.

lunedì 23 novembre 2009

Festa di Cristo re


La liturgia della Parola nella festa di Cristo re propone il brano del vangelo di Giovanni nel quale si descrive il dialogo tra Gesù e Pilato. Dialogo che avviene alla vigilia della morte stessa di Gesù, il quale di fronte all'insistenza di Pilato proclama la sua regalità pur precisando che si tratta di un regno che non segue la prassi ne i fini dei regni temporali. Eppure la chiesa ci ha messo XX secoli per istituire ufficialmente questa festa, infatti è solo nel 1925 che Pio XI, con l'enclica "Quas primas", rende ufficiale questo culto.
Sono anni in cui si stagliano all'orizzonte le grandi e terribili ideologie del novecento, il fascismo e il nazismo, il comunismo ha già preso terreno nel'est dell'Europa. Sono tutti movimenti di pensiero e d'azione che pretendono di dire la parola definitiva sull'uomo, sulla sua vita ed il suo senso. Ideologie che porteranno l'uomo a toccare il fondo dell'abisso e della brutalità in nome di una società perfetta, di un uomo potente, di una razza pura. Di fronte a questo scenario la chiesa sente il dovere profetico di proclamare e confessare a gran voce Colui che è l'unico re da adorare, re in quanto salvatore dell'uomo e di ogni uomo, senza distinzione di razza, cultura, ceto.
Letta così questa festività potrebbe apparire anacronista, superata. Eppure vi è una modernità anche in questa festa. Sempre poteri palesi od occulti pretendono dirci chi siamo, a chi apparteniamo, come vivere, con chi vivere e quanto vivere, cosa ci basta e cosa possiamo o dobbiamo desiderare. Ecco allora che anche questa festa diventa importante in quanto costringe ognuno di noi a riflettere per cercare di capire a quale regno apparteniamo, di quali poteri siamo succubi o a quali potentati ci siamo prostituiti. Qui nasce la sfida: se soddisfatti oppure inquieti, se in pace oppure in agonia.

sabato 14 novembre 2009

Domenica 15 novembre 2009



+ Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «In quei giorni, dopo quella tribolazione,il sole si oscurerà,la luna non darà più la sua luce,le stelle cadranno dal cielo e le potenze che sono nei cieli saranno sconvolte. Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire sulle nubi con grande potenza e gloria. Egli manderà gli angeli e radunerà i suoi eletti dai quattro venti, dall’estremità della terra fino all’estremità del cielo. Dalla pianta di fico imparate la parabola: quando ormai il suo ramo diventa tenero e spuntano le foglie, sapete che l’estate è vicina. Così anche voi: quando vedrete accadere queste cose, sappiate che egli è vicino, è alle porte. In verità io vi dico: non passerà questa generazione prima che tutto questo avvenga. Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno. Quanto però a quel giorno o a quell’ora, nessuno lo sa, né gli angeli nel cielo né il Figlio, eccetto il Padre».

Parola del Signore

Siamo ormai verso la fine dell'anno liturgico, orientati verso la festa di Cristo re e la Parola di Dio assume una veste escatologica, parola che può sembrare difficile ma che in realtà dice tutto ciò che parla delle cose ultime.
L'escatologia ama usare figure e simboli di un certo impatto visivo ed emotivo per spronare il credente alla lettura attenta dei segni dei tempi, ad invitare il battezzato a vivere il carisma della profezia, cioè il carisma che ti aiuta a penetrare gli eventi per leggerli alla luce della rivelazione divina, con gli occhi di Dio.
Ed ecco il miracolo: tutto ciò che umanamente appare come sconfitta, distruzione, lutto, buio diventa il preludio della sua venuta. Ed è proprio vero che questo accade prima del passaggio di questa generazione, della nostra, della mia perchè essendo Cristo risorto ogni generazione è contemporanea a Lui quindi ogni generazione deve misurarsi con la sua misura. Chi più di noi può sapere questo, generazione del terremoto. Generazione che ha vissuto l'oscuramento del sole e della luna, che ha vissuto il buio della paura e dell'angoscia e della morte.
Quando tutto questo accadrà Egli è alle porte... non con la falce e la bianca maschera della morte ne brandendo file interminabili di teschi quasi a compiacersi della sua potenza ma con la grande apertura delle sue braccia, segno dell'infinito amore del suo cuore, che raduneranno tutti gli eletti realizzando quell'ecclesiologia di comunione tante volte tentata ma sempre incompiuta. Stare in questo abbraccio è quello che ci viene chiesto, nulla di più e nulla di meno.
Questo blog nasce come condivisone della vita della parrocchia, la condivisione più importante è sicuramente la riflessione sulla Parola di Dio, so che molti di voi leggono fedelmente questi tentativi di omelia a distanza. Ma oggi c'è anche un avviso da dare: il papa ha nominato vescovo ausiliare di L'Aquila il presbitero orionino don Giovanni D'Ercole, noto anche al grande pubblico per le sue trasmissioni televisive. Per lui sia la nostra preghiera affinchè possa essere al di là del ruolo il primo testimone di quell'abbraccio al quale si faceva riferimento nella meditazione di prima.




sabato 7 novembre 2009

Domenica 8 novembre 2009



+ Dal Vangelo secondo Marco


In quel tempo, Gesù [nel tempio] diceva alla folla nel suo insegnamento: «Guardatevi dagli scribi, che amano passeggiare in lunghe vesti, ricevere saluti nelle piazze, avere i primi seggi nelle sinagoghe e i primi posti nei banchetti. Divorano le case delle vedove e pregano a lungo per farsi vedere. Essi riceveranno una condanna più severa».Seduto di fronte al tesoro, osservava come la folla vi gettava monete. Tanti ricchi ne gettavano molte. Ma, venuta una vedova povera, vi gettò due monetine, che fanno un soldo. Allora, chiamati a sé i suoi discepoli, disse loro: «In verità io vi dico: questa vedova, così povera, ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri. Tutti infatti hanno gettato parte del loro superfluo. Lei invece, nella sua miseria, vi ha gettato tutto quello che aveva, tutto quanto aveva per vivere».


Parola del Signore.
Ci sono due cose che colpiscono nel brano della Liturgia della Parola di questa domenica. C'è un Gesù che educa, mette in allerta, richiama affinchè non entri in noi il virus dell'apparire; c'è un Gesù che invita, esorta a guardare verso coloro che possono testimoniare la virilità amante della testimonianza autentica.
Anzitutto il richiamo a non lasciarsi ammaliare da ciò che appare. Spesso infatti siamo portati a giudicare chi ci sta di fronte in base ai suoi abiti, ossia alle sovrastrutture messe per celare la vera identità, cadendo nell'errore di far coincidere l'apparire con l'essere. Purtroppo anche la chiesa, nei suoi uomini, non è esente da tale tentazione. Abiti lunghi, filettature colorate, fasce e organze varie, indossate per la gloria di Cristo e per tentare di comunicare la bellezza e l'armonia della liturgia celeste, spesso diventano suppellettili vanitose a copertura della nostra pochezza, lapidi pregiate destinate a nascondere vermi d'uomo. Gesù ci porta ad un livello più profondo di giudizio. "Guardatevi" da coloro che amano farsi notare, guardatevi dalle primedonne, dalle dame di corte, guardatevi da chi si traveste da uomo pio ed orante al solo fine d'essere notato e lodato, per accaparrarsi i primi posti nelle assemblee di coloro che contano, da chi ama frequentare i salotti dei potenti per avere anch'essi, magari per osmosi, pezzi di potere. Il giudizio per loro sarà più severo.
Ma Gesù non mette in evidenza solo i comportamenti negativi dai quali stare alla larga. Indica anche quanto di positivo e di autentico circonda la vita del tempio, non quindi la polemica per la polemica ma l'attenzione alla realtà per una crescita della propria umanità secondo la giusta prospettiva.
Lui si guarda intorno pronto ad additare il giusto, ciò che ha valore infinito e per questo eterno e lo trova nella vedova che dona tutto ciò che possiede, si dona totalmente senza calcoli e tornaconti, anticipa il dono che Gesù stesso farà sulla croce. La vedova diventa così prefigurazione ed anticipo di Gesù, diventa cioè donna trasparente affinchè nei suoi gesti possa risplendere la persona di Gesù stesso. Questa trasparenza da compimento pieno alla nostra umanità e la realizza in quanto la libera da tornaconti e pretese che, se poi non arrivano, prostrano la nostra autostima per la quale siamo disposti a sacrificare tutto della nostra vita.

martedì 3 novembre 2009

La mamma dei cretini è...






Credetemi mi sforzo d'essere un buon prete, pio, devoto... ma devo riconoscere che non sempre mi riesce, forse perchè non credo fino in fondo che il buon prete sia quello pio e devoto ma chi si mette al servizio della verità, smascherando quel perbenismo e quella falsa religiosità che usiamo come autodifesa di fronte ad una fede esigente ed esistenzialmente drammatica. In questi giorni ci sono state molte occasioni che, come un pungolo fastidioso, non mi hanno permesso di rinchiudermi nella sacrestia (simbolicamente visto che in realtà non ho alcuna sacrestia dove rinchiudermi).


- Leggo che una nota associazione di studenti universitari chiede la gestione della casa dello studente, quella realizzata con i fondi della regione Lombardia, sia affidata all'ADSU in modo da garantire una trasparenza altrimenti messa in dubbio. Mi chiedo perché questa associazione sottolinea soltanto il contributo in denaro, pubblico, della regione Lombardia ed evita di dire che se la realizzazione di quella costruzione è stata possibile è grazie al generosissimo contributo della diocesi dell'Aquila che ha messo a disposizione il terreno sul quale sorge la nuova casa dello studente, unica realtà nata per rispondere alle esigenze reali degli studenti. Da ogni altra istituzione sin'ora si sono avuti solo slogan, fumo, senza alcuna sostanza. Dove sono il comune? la provincia? la regione? l'università? il ministero? Dove sono le persone e dove sono i terreni di tutti coloro che hanno gridato che L'Aquila deve far tornare gli universitari, che 30.000 presenze erano il volano dell'economia della città e che quindi non ci si poteva permettere il lusso di trascurare una fetta così consistente della vita della città? Cosa hanno fatto concretamente questi pseudo strateghi della città futura? E poi forse che non ci è bastato il primo crollo e quei ragazzi morti sotto le macerie di via XX settembre? Dobbiamo riaffidare alle stesse incapacità anche il futuro di questa città? Beh non mi sembra proprio il caso. Studiate cari amici delle associazioni studentesche, studiate di più e vi accorgerete che non l'ideologia costruisce una società più umana ma solo la condivisione delle risorse e la gestione intelligente della realtà.


- Ha fatto scalpore la notizia di don Giovanni Gatto, confratello parroco di Tempera, che per richiamare i suoi fedeli alla messa di tutti i santi ha fatto affiggere dei manifesti stile funebri, uno stratagemma per richiamare l'attenzione della gente. Plaudo alla fantasia di don Giovanni e contemporaneamente sottolineo, se ancora ce ne fosse bisogno, la faziosità e le bugie scritte su alcuni quotidiani. Il Corriere del Veneto, il Gazzettino, il Tempo, Leggo, ed altri quotidiani riportano la notizia che don Giovanni si è dato per morto pur di richiamare i fedeli. Di fronte a questa trovata i soliti benpensanti si sono scatenati accusando il povero parroco di non aver avuto rispetto per i morti, quelli veri, di aver bevuto un bicchiere di troppo, di essere la dimostrazione vivente di come la chiesa sta perdendo colpi e terreno e chi più ne ha più ne metta. Ebbene vi riporto il manifesto e traete voi le conclusioni.




- La corte dei diritti dell'uomo di Strasburgo ha sentenziato che il crocifisso deve sparire dalle aule scolastiche perchè potrebbe turbare la sensibilità di coloro che non credono o seguono una fede altra, diversa. Anzitutto permettetemi di dubitare di una corte che di fronte a problemi ben più gravi perde tempo a sentenziare su un pezzetto di legno messo tra cartine geografiche, politiche, anatomie del corpo umano, annunci sessuali accompagnati dal relativo numero di cellulare ed insulti ai professori. Mi chiedo da quanto questi giudici non entrano nelle scuole italiane? Ma mi chiedo anche da quanto tempo non vi entrano i nostri vescovi. Fate voi la prova, chiedete di entrare in classe, guardatevi intorno, se trovate un crocifisso appeso alle pereti potete ritenervi fortunati, ma non illudetevi che quella classe è più cristiana delle altre, è solo che non si è trovato ancora un altro obiettivo per lo sport del "prendilo di mira con il cancellino". Il mio libro "Dio al Liceo..." nasceva proprio in un contesto del genere, quando mi sono accorto che pur essendoci appeso il crocifisso poi di fatto Dio era completamente assente, cacciato silenziosamente da programmi ministeriali e da insegnanti di religione divenuti ormai innocui professori di etica, di educazione stradale, di educazione civica, esperti di videoregistratori da usare come valium per le coscienze. Ma se il criterio di giudizio è quello del rispetto delle coscienze allora perché non eliminare pure il quadro del Presidente della Repubblica? Potrebbe urtare la sensibilità degli anarchici o di coloro che non sono cittadini italiani. Mettiamo in ogni classe i presidenti di tutte le repubbliche presenti in quella scuola. Togliamo la bandiera nazionale, potrebbe urtare la sensibilità dei daltonici, si sentono esclusi se non riescono a distinguere i colori. Ma suggerirei di togliere anche le sedie, non si sa mai potrebbero rimanerci male i sofferenti di emorroidi. E togliamo lo studio dei poeti, con le loro lagne favoriscono l'insorgere della depressione giovanile. Ma forse ho trovato la soluzione giusta: prendiamoci lo stipendio e togliamo gli studenti, perché violentarli ad apprendere? Una massa di pecoroni ignoranti la si porta dove si vuole. Pensaci Gelmini, pensateci anche in Europa... Ministro per i pecoroni? ... Vi suggerisco Emma Bonino, sempre in prima linea quando si tratta di abbassare all'istinto il livello intellettivo dell'Uomo.