Dopo averci a lungo avvisati della tua venuta, dopo l’invito ad essere desti, svegli, attenti ai segni ecco che ci chiami ancora una volta nel cuore della notte. La voce del tuo angelo ci ha raggiunti anche quest’anno e noi abbiamo lasciato le nostre greggi, i nostri interessi, il nostro lavoro, le nostre quotidiane occupazione per correre verso la mangiatoia dove tu, bambino, offri a noi, adulti, il vero volto di Dio. Un Dio sconvolgente, diverso da come ce lo saremmo aspettato. Un Dio che ama al di là di ogni ragionevole limite, un Dio che recupera chi è ritenuto irrimediabilmente perduto. A volte sai Gesù, il tuo Dio mi da fastidio, questo Dio che tutti ama, che tutti attende, che a tutti si offre. A volte sarebbe meglio un po’ più di fermezza… ma poi mi guardo e scopro che se così non fosse quale speranza potrebbe esserci per me? Quando scopro la mia poca capacità d’amare, quando mi scopro pastore solitario nelle lunghe notti in cui non sono che guardiano di bestie, Tu sei la sorgente dell’amore. Quando non attendo più nulla e le mie giornate diventano monotone e scontate, e mi scopro pastore sedentario chiuso nella conta delle mie cose, Tu mi indichi una nuova meta e metti dentro di me nostalgie di novità. Quando scopro il mio egoismo, pastore che non condivide il desco perché chissà se poi domani ci sarà qualcosa o qualcuno per me, tu mi dici che un volto amico è meglio di una pancia piena. Donaci di capire che la nostra crisi economica non è diversa da quella che hai vissuto tu. Facci capire che non possiamo chiuderci in noi stessi soltanto perché lo spread va verso l’alto. Donaci di capire che il vero spread che dobbiamo combattere è la distanza tra la manifestazione di un bisogno e il tentativo di risposta ad esso. Se la benzina aumenta ed un pieno ci costa troppo allora forse è giunto il momento di finirla con questo vagabondaggio, con questa perenne fuga da noi stessi verso luoghi sempre diversi ed estranei, e condividere una bella passeggiata a piedi con l’amico del cuore, un caffè con il nostro vicino, una partita a carte con i nostri anziani. Momenti semplici di condivisione ma in grado di far nascere un nuovo modo di stare insieme. Se la casa è gravata dall’IMU, dal mutuo, dalla ricostruzione allora facci ricordare di chi una casa non ce l’ha più, e allora, pur a denti stretti, nascerà un ringraziamento alla vita e al destino e il nostro quartiere non sarà più l’insieme di villette dalle alte siepi protettive ma luoghi aperti all’accoglienza e alla condivisione. Ed infine facci capire che non è vero che a Natale si può fare di più e a Natale si può dare di più perché Natale non è un momento privilegiato dell’anno ma è uno stile di vita. Natale non è un giorno ma ogni giorno è Natale se solo siamo aperti alla voce del tuo angelo che continua ripetere: Non temere, ti annuncio una grande gioia… E noi, pronti sempre a partire e cercarTi e trovarTi, Tu il Dio di sempre eppure perennemente nuovo.
Amen
domenica 25 dicembre 2011
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