Ve lo ricordate quando, da bambini, si trascorrevano pomeriggi interi a giocare con i compagni di quartiere? Il gioco più classico, che univa tutta l'Italia, era sicuramente il Nascondino. Uno stava al muro a contare e tutti gli altri correvano a nascondersi in attesa di salvarsi o di essere sgamati. L'ultimo aveva il potere di salvare tutti oppure, se scoperto, doveva star sotto e contare lui, e così via per ore ed ore... sino a quando qualcuno cercava di fare il furbo. Allora capitava che o si contava in maniera frettolosa, o si saltavano alcune decine, o si contestava d'essere stati scoperti. A quel punto la lite era, inevitabilmente, dietro l'angolo. Si arrivava alle fazioni. "Se sei mio amico allora non devi giocare con loro", di rimando: "se stai con lui sei un imbroglione", "...e allora noi giochiamo per conto nostro", "non vogliamo più giocare con voi", "e io dico dove siete nascosti". Pomeriggio di giochi finito, tutti sconfitti, si rientrava a casa, tra musi lunghi ed imprecazioni contro la stupidità umana, e i genitori che ci davano pure addosso, quasi sempre facendo ricadere la colpa su di noi.
Credo che simile gioco si stia ripetendo in questi giorni a L'Aquila. Dal dramma alla commedia e viceversa. E' di pochi giorni fa il risultato di un sondaggio, promosso da un quotidiano on line locale, che dava Bertolaso al 96% delle preferenze tra gli aquilani come ipotetico punto di riferimento per la ricostruzione ed ora, qualcuno che non aveva più voglia di stare al gioco, ci viene a dire che gli stessi aquilani potrebbero armarsi contro la protezione civile ed i suoi uomini... per questo "...se siete veramente miei amici allora non dovete andare a giocare a L'Aquila". Ma siamo veramente sicuri che un popolo belligerante come quello aquilano ha intenzione di armarsi o siamo di nuovo di fronte al dramma di chi, avendo imbrogliato sulla conta, ora vorrebbe togliersi dal gioco facendo ricadere la colpa su chi semplicemente cerca un rifugio, non per nascondersi ma solo per poter vivere dignitosamente?
Come succedeva da bambini vedo il rientro di tutti a casa tra musi lunghi e speranze, ancora una volta, deluse. Vedo come, ancora una volta, la commedia all'improvviso si trasforma in tragedia, il gioco in dramma. Vedo all'orizzonte un popolo sempre più abbandonato a se stesso e, proprio come succedeva da piccoli, gli adulti che ti danno addosso, infatti già qualcuno ha scritto: "Ma non li avete votati voi nelle recenti elezioni provinciali, ed ora di cosa vi lamentate?"
Appunto, di cosa ci lamentiamo?
Domani tutto sarà dimenticato, si ricomincerà a giocare.
Castigat ridendo mores.
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