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mercoledì 20 gennaio 2010

Assegnazione case, la rabbia di anziani e single senza alloggi.


Il titolo del presente post è preso dal "Centro" di questi giorni (almeno nella sua versione on-line). Solo ora ci si accorge di un problema che avevo già esposto su questo blog in tempi non sospetti. Infatti riandando indietro nei post mi sono accorto che in data 18 agosto 2009 avevo avidenziato come, seguendo i criteri proposti dal comune di L'Aquila per l'assegnazione delle C.A.S.E., ne avrebbero fatto le spese i single e in particolar modo gli anziani. Avrei voluto essere sconfessato ma purtroppo il tempo mi sta dando ragione.

Ci sono altre cose sulle quali ho paura che il tempo mi darà ulteriormente ragione:

- le C.A.S.E. e i M.A.P. sono certamente delle soluzioni abitative ma spesso dentro ci vivono persone che non hanno più neanche lo stipendio. Come si pensa di risolvere questo problema? Dare la casa ad una famiglia e con questo di fatto esonerarla da qualsiasi altro sostegno significa metterla in un loculo ancora da viva;

- mettere un anziano, anziana nel progetto C.A.S.E. di Bazzano, Cese, ecc... significa di fatto confinarlo in un luogo dove, pur avendo la possibilità economica data dalla pensione, di fatto non gli è possibile fare la spesa. Non si è previsto alcuno spazio per più o meno piccoli negozi, bazar, tutto a 1 euro e altre soluzioni in modo da rendere autonomi e perchè no vivibili questi nuovi quartieri;

- un'amica mi diceva che nel quartiere dove è stata destinata l'80% dei nuovi nuclei familiari è costituito da extracomunitari. Lungi da noi l'idea o il sospetto di razzismo ma mi chiedo: al 6 di aprile dove erano tutti questi nuclei? Si è fatta una seria politica di controllo sui ricongiungimenti familiari? A L'Aquila ci si conosceva un po' tutti e una presenza così massiccia di certe etnie non se la ricorda nessuno;

- i famosi appartamenti in affitto a carico della Protezione Civile? Qualcuno li ha visti? Ne sta beneficiando? Non doveva il prefetto vigilare e magari requisire?

- si è fatto un gran baccano su L'Aquila città universitaria, con una vocazione culturale e polo di ricerca, sulla ricchezza che gli univeristari costituiscono per l'economia del territorio (nuove pecore da tosare) ma qualcuno si sta interessando alle condizioni di vita e alle continue lamentele degli ospiti della Reiss Romoli? Mi giunge notizia che per non rischiare intossicazioni questi poveri ragazzi sono costretti ad un continuo turismo culinario. C'è una qualche autorità in grado di vigilare visto che comunque i soldi pagati non mi risulta siano avvelenati ma soldi puliti lavati con il sudore della fronte dei genitori e dei ragazzi stessi?

- l'altra sera mi trovavo in zona fontana luminosa e non senza stupore mi accorgo che nessuna transenna ostacolava l'accesso al viale Giovanni XXIII. Decido di percorrerlo incuriosito. Dove mi faranno uscire? Chi vive ora in queto quartiere? Non incrocio nessuna forza dell'ordine. Arrivato all'altezza del Duca degli Abruzzi mi trovo la strada sbarrata. Torno indietro e intanto mi chiedo: a che pro non far rientrate ancora questa strada nella zona rossa? Per una stupida politica di un'apparente ritorno alla normalità??? Molte o poche di quelle case conservano al loro interno ricordi più o meno preziosi di chi quella notte è stato costretto a scappare. Quando questi beni saranno rubati potremo incolpare il Comune di complicità in furto?

... e non tocco l'aspetto religioso dove potrei essere accusato da conflitto d'interessi ma provate a morire a L'Aquila e poi mi dite.

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