
martedì 28 dicembre 2010
In ogni cosa rendete grazie.

sabato 25 dicembre 2010
Notte di natale 2010.
"Non si può restare soli, certe notti qui...".
Questa, Signore Gesù, è proprio una di quelle notti in cui non possiamo restare soli.
Sono troppe le notti che viviamo in solitudine. Questa no! Sono troppe le notti nelle quali "la macchina è calda e dove ti porta decide lei". Sono troppe le notti che non viviamo, troppe le notti in cui ci lasciamo vivere.
Sono le notti di un oblio disperato: notti di alcool, notti di sesso a buon mercato, notti di sballo, notti di fumo e in fumo. Notti in cui soffochiamo il desiderio di infinito con la falsa ebbrezza della velocità, notti nelle quali camminiamo a "fari spenti per vedere se poi è così difficle morire". L'annuncio della tua nascita, Signore Gesù, ci ha messi in cammino e la strada è diventata d'improvviso amica, è diventata il luogo dell'incontro. Quella strada tante volte percorsa in tutta fretta per raggiungere casa, lavoro o chissà cosa o chi, stanotte si è riempita di volti: è questo il primo miracolo della Tua venuta.
Il volto dell'altro, tante volte incontrato, ora mi diventa fratello, il volto dell'altro stanotte mi parla di Te.
Ti ringrazio Signore per il dono della strada e per il volto del fratello. Mi sento meno solo.
Ti prego, Signore, fa che il miracolo di questa notte possa riaccadere in tutte le notti. Donaci la strada ed anche la meta. Donaci una stella che guidi il cammino e gambe forti per arrivare alla meta. Fedeli alla terra con lo sguardo verso l'infinito. Donaci di piantare ben saldi i nostri piedi e, allo stesso tempo, di librare le ali dello sguardo. Abita, Signore Gesù, le nostre notti e non avremo più paura del buio, del freddo, del nulla.
Abita questa grande notte aquilana. Se tu ci sarai il nero che ci avvolge, la tenebra che ci abita, si infrangerà in un prisma, ed un nuovo arcobaleno di colori inonderà il nostro cielo. Con Te, Signore Gesù, la nostra notte sarà sempre e solo il preludio di un nuovo giorno, carico di promessa.
Amen
Questa, Signore Gesù, è proprio una di quelle notti in cui non possiamo restare soli.
Sono troppe le notti che viviamo in solitudine. Questa no! Sono troppe le notti nelle quali "la macchina è calda e dove ti porta decide lei". Sono troppe le notti che non viviamo, troppe le notti in cui ci lasciamo vivere.
Sono le notti di un oblio disperato: notti di alcool, notti di sesso a buon mercato, notti di sballo, notti di fumo e in fumo. Notti in cui soffochiamo il desiderio di infinito con la falsa ebbrezza della velocità, notti nelle quali camminiamo a "fari spenti per vedere se poi è così difficle morire". L'annuncio della tua nascita, Signore Gesù, ci ha messi in cammino e la strada è diventata d'improvviso amica, è diventata il luogo dell'incontro. Quella strada tante volte percorsa in tutta fretta per raggiungere casa, lavoro o chissà cosa o chi, stanotte si è riempita di volti: è questo il primo miracolo della Tua venuta.
Il volto dell'altro, tante volte incontrato, ora mi diventa fratello, il volto dell'altro stanotte mi parla di Te.
Ti ringrazio Signore per il dono della strada e per il volto del fratello. Mi sento meno solo.
Ti prego, Signore, fa che il miracolo di questa notte possa riaccadere in tutte le notti. Donaci la strada ed anche la meta. Donaci una stella che guidi il cammino e gambe forti per arrivare alla meta. Fedeli alla terra con lo sguardo verso l'infinito. Donaci di piantare ben saldi i nostri piedi e, allo stesso tempo, di librare le ali dello sguardo. Abita, Signore Gesù, le nostre notti e non avremo più paura del buio, del freddo, del nulla.
Abita questa grande notte aquilana. Se tu ci sarai il nero che ci avvolge, la tenebra che ci abita, si infrangerà in un prisma, ed un nuovo arcobaleno di colori inonderà il nostro cielo. Con Te, Signore Gesù, la nostra notte sarà sempre e solo il preludio di un nuovo giorno, carico di promessa.
Amen
sabato 18 dicembre 2010
D'urgenza in urgenza
Vi confesso, cari amici del blog, che ho provato sentimenti poco da prete e forse un po' troppo da uomo. Pur provando una incredibile solidarietà per quei poveri sventurati, ho pensato per un attimo: "Meno male che accadono queste cose, meno male che anche altri pagano l'inefficenza di questa grande e perfetta macchina della protezione civile, forse qualcuno si accorgerà delle infinite bugie che sono state dette sulla presunta efficienza dimostrata a L'Aquila". Chiedo scusa per aver pensato questo ma, credetemi, sono sentimenti che emergono quando la tua vita è tenuta sotto scacco, da ben 19 mesi, da questi individui che pensano di risolvere ogni problema con proclami risolutori dallo schermo di un ipertecnologico computer capace solo di seguire la tua agonia secondo dopo secondo.
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