martedì 28 dicembre 2010
In ogni cosa rendete grazie.
Il giorno di natale sono stato a pranzo presso una famiglia della parrocchia. Ovviamente il discorso è caduto sul terremoto e sulle sue conseguenze. Parlando dei nostri sentimenti più intimi e nascosti ci siamo accorti di una cosa: il terremoto ha fatto una grossa pulizia nella rubrica del telefonino. Amici improvvisamente scomparsi, parenti in fuga... Ovviamente il sentimento era quello della delusione ma poi a ben guardare ci siamo accorti anche dei tantissimi nuovi rapporti che si sono creati grazie proprio al terremoto. Le tendopoli, gli alberghi, i nuovi quartieri, i volontari, le forze dell'ordine, i vigili del fuoco, la stampa: tutte realtà che ci hanno messo in relazione con persone sconosciute sino a quel momento e che si sono rivelate delle belle amicizie. Questo post è per dire grazie a tutti coloro che si sono giocati in questa circostanza e che con la loro presenza e la loro generosità hanno reso più umana e più sopportabile la circostanza del terremoto. Perché se è vero, come purtroppo è vero, che ora il grande rischio è quello di essere dimenticati da tutti, ora che abbiamo più bisogno che mai, è vero anche che un altro grande rischio è quello di dimenticare di ringraziare. La guarigione dei dieci lebbrosi, narrata nel vangelo, insegna come il rischio della non riconoscenza sia sempre in agguato. Se pretendessi di ringraziare i singoli dimenticherei certo qualcuno, forse potrò dimenticare qualcuno anche ringraziando per gruppi di persone, pazienza, chiedo venia. Anzitutto ringrazio gli amici di Tuglie, delle varie associazioni di volontariato, che da subito si sono prodigati, attraverso una colletta, ad un aiuto concreto. Poi la parrocchia di Borgo del Ponte di Massa con il suo parroco don Lorenzo, il coro dei quercioli e il gruppo di musical di Piernicola sempre a Massa, la parrocchia dei Guanelliani di Milano con don Mariolino e don Marco, suor Paola e la fraternità delle Oblate di santa Gianna Beretta Molla, la parrocchia Santa Maria nascente di Milano ed il suo parroco don Carlo Casati, la parrocchia di Villabaldassarri e il suo parroco don Nino, l'Ufficio Scuola del Patriarcato di Venezia, il gruppo FIDAS di Villaverla, la parrocchia di Torno (Como) ed il suo parroco don Alberto. Tutti i volontari che, settimana dopo settimana, si sono avvicendati nella tendopoli di Gignano, volontari dalla Puglia e dall'Emilia Romagna, gruppi caritas, scout e parrocchiali. Ed infine ringrazio il Signore che, donandovi un cuore grande, ha potuto, tramite voi, alleviare le nostre sofferenze. Nel canto del Te Deum di fine anno abiterete la nostra preghiera. Il Signore, che non lascia senza ricompensa colui che offre un bicchiere d'acqua, possa donarvi ciò di cui avete bisogno per essere pienamente uomini e quindi pienamente felici.
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Vi auguro un felice anno nuovo!
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