SOS RICOSTRUZIONE.

SE VUOI AIUTARCI A RICOSTRUIRE LA PARROCCHIA QUESTO E' IL CODICE IBAN DEL C/C INTESTATO A "PARROCCHIA SAN MARCIANO" PRESSO LA BANCA POPOLARE DELL'EMILIA ROMAGNA ag. di città n.10



IT81S0538703612000000183573











mercoledì 25 agosto 2010

Ma l'asino di Celestino V era blu?

Siamo nei giorni della Perdonanza. Come sempre assenze e presenze suscitano un vespaio di polemiche, spesso sterili e da salotto. In questo clima, poco religioso, si è inserito mons. Molinari con la sua lettera a Celestino, forse estremo tentativo di riportare il dibattito nel suo alveo naturale, che è quello della spiritualità e della misericordia di Dio. Ma come sempre, quando i mezzi di informazione percepiscono la bomba nascosta tra le righe, distorcono la realtà a proprio piacimento, ed usano tutto per dimostrare un loro pre-giudizio, una loro verità. Credo che le parole dell'arcivescovo non siano esenti da questo tentativo. Io personalmente ho apprezzato l'intervento, misurato, di mons. Molinari. Mi permetto solo di porre io alcune domande a San Pietro Celestino, forse più eretiche di quelle a Lui poste dall'arcivescovo. Anzitutto vorrei chiedere a Celestino V:
come è stato il suo ritorno a L'Aquila?
Se nel suo forzato pellegrinaggio per le diocesi dell'Abruzzo e del Molise ha mai sentito nostalgia per il silenzio della sua basilica?
Che tipo di fede ha trovato nelle nostre chiese?
Quale sarà la sua relazione al Padreterno dopo questa visita pastorale?
Essendo stato papa avrebbe suggerimenti da fare all'attuale pontificato?
Condivide le scelte della santa sede sulle nomine episcopali della nostra regione ecclesistica? Anch'egli avrebbe nominato i pastori che ha incontrato?
Allo stato attuale avrebbe donato la Perdonanza alla città e alla municipalità dell'Aquila?
Queste domande riguardano prettamente la vita della chiesa. Ma come uomo che ha avuto a che fare anche con il potere temporale (politico per intenderci), forse potrebbe rispondere anche ad altre domande, quali:
- lui che ha usato un umile asino per farsi incoronare pontefice cosa pensa dello spreco di auto blu e di scorte che vedremo nei prossimi giorni, quando non ci sono soldi per garantire la sopravvivenza dignitosa e serena dei terremotati negli alberghi;
- lui che è stato "usato" dall'imperatore per porre fine alla lotta interna alla chiesa, cosa pensa degli attuali imperatori che invece lo usano, ed usano di Cristo, per attizzare lotte intraecclesiali e giustificare soprusi e baronie, che sposano all'occorrenza presunti valori cattolici e che vivono poi, nella prassi da perfetti pagani (non che questo sia sbagliato, ognuno vive come vuole, ma poi ne tiri le conseguenze);
- lui che, dopo pochi mesi, decide di dimettersi, cosa pensa di sederi così saldamente attaccatti alle poltrone del potere che nemmeno un terribile terremoto riesce a smuovere;
- lui che, in pieno medioevo, riesce a cosruire una magnifica basilica di luce cosa pensa dell'impresa post moderna che invece costruisce angoli di penombra e di buio, piazze di solitudine e templi di disperazione, che lascia morire una città per l'incapacità di pensare un futuro a lunga scadenza e la pochezza di fantasia nell'immediato presente;
- lui, povero tra i poveri, che spreca i suoi soldi e quelli dei templari (a detta di alcuni) per la costruzione di Collemaggio, cosa ne pensa della dottrina, ormai consolidata, almeno qui a L'Aquila, seconda la quale le chiese devono essere l'ultima cosa da ricostruire, se mai ci saranno soldi, tempo e forze necessarie;
- cosa ne pensa di un cristianesimo divenuto hobby, tra una uscita di caccia, un pranzo domenicale negli agriturismi e un tresette la sera con gli amici nella tenda/chiesa;
- lui, costretto alla prigione dorata da Bonifacio VIII, cosa ne pensa degli avvisi di garanzia e degli avvisati del post sisma;
- ed infine vorrei chiedergli: se lo avessero lasciato libero di scegliere, e non lo avessero costretto in un preziosa teca dorata, sarebbe tornato a L'Aquila?
Forse Celestino V, nel tempo risponderà alle mie inopportune domande, o forse no perché in fondo chi sono io per porre simili domande? Perché mai dovrei sentirmi in dovere di ricevere delle risposte? In nome di cosa pretendere il soddisfacimento delle mie perplessità?
Ecco forse la lezione di quest'anno che mi viene da san Pietro Celestino: un po' di umiltà non guasta mai.

1 commento:

  1. Azzardo una risposta tra tante domande, il perdono è per i peccatori pentiti ora come allora e la misericordia del Signore segue vie imperscrutabili.Ogni uomo o donna che passerà per la Porta Santa lo farà stando più o meno consapevolmente a tu per tu con la fonte stessa della Misericordia, più o meno consapevoli dello stato della propria anima. Tra chi lo farà con molta leggerezza come un rito propiziatorio e chi ci arriverà con l'anima splendente di grazia ci sarà tutta la gamma delle sfumature possibili e Celestino starà lì ad accoglierci tutti e ad intercedere per ognuno di noi secondo le necessità reali sia materiali che spirituali perché è Santo.
    Voglio pensare che per ognuno di noi presenterà una preghiera al Signore, per qualcuno chiederà la conversione, per qualcun altro consolazione, per un altro ancora un aiuto concreto nella vita quotidiana eccetera eccetera...per qualcuno avrà un dolce sorriso di approvazione: beati loro che già ci sono arrivati.
    Chi può dire se sarebbe tornato a L'Aquila? Lui che ora è nella Comunione dei Santi potrebbe scegliere un'eremo lontano dalle nostre miserie?
    Chi può dirlo... con stima, Patrizia.

    RispondiElimina