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sabato 18 febbraio 2012



Grazie a Dio non ho visto Sanremo, se non a piccole dosi qua e là, e spesso durante i tg e altri programmi di intrattenimento pomeridiano. Alcune cose però ho potuto notarle.

Anzitutto quella che viene chiamata "La predica di Celentano". A me Celentano non dispiace ma stavolta ha proprio toppato e non parlo in difesa di Avvenire o Famiglia Cristiana, che hanno tutto il diritto di continuare a pubblicare ciò che ritengono utile, senza che alcuno possa invocarne la chiusura. Togliere voci al dibattito è sempre un brutto segnale per la democrazia di un paese. Attacco Celentano per i contenuti del suo sermone. Ha accusato i preti di non parlare abbastanza del paradiso, come se questo fosse il contenuto unico, o più alto, del cristianesimo. Invito Celentano ad una lettura seria della bibbia e si accorgerà che la parola paradiso è presente solo tre volte in tutta la sacra scrittura e solo una volta questa parola è in bocca a Gesù. Da questo si evince che nemmeno a Gesù importava molto del paradiso, a lui sta più a cuore il regno dei cieli che è cosa molto diversa dal paradiso. Gesù parla e salva l'uomo della strada ed invita a far questo. "Avevo fame e mi avete dato..., avevo sete e mi avete dato..., ero nudo..., forestiero..., carcerato..., malato. Fedeli a Gesù ce ne infischiamo di Celentano al quale avrei voluto chiedere il soccorso del suo aiuto per la costruzione della mia chiesa distrutta dal terremoto e magari, perchè no, di un oratorio dove c'è almeno un "prete per chiaccherar". Ma ho saputo che ha già destinato il suo budget ad altre opere, secondo lui più urgenti o più necessarie.

Altra immagine che mi ha lasciato pensieroso è stato l'ingresso della Belen e dell'altra valletta di cui non ricordo il nome. Un ingresso che non ha lasciato spazio alla fantasia, in primo piano una farfalla inguinale quasi genitale. Ostentata nella discesa dalla scalinata ma poi ripresa morbosamente da una mano che accidentalmente scostava ancora una volta il vestito mentre Papaleo farneticava di donne belle e brutte. Volgare ai limiti del porno. Mi chiedo: quale immagine della donna veicola una simile scelta mandata in prima serata, nel programma di punta destinato alle famiglie, sulla rete ammiraglia del servizio pubblico? Come poi possiamo condannare gli stupri, le violenze, una certa idea del corpo delle donne? Obiezione: ognuno è libero di fare quello che vuole. Bene ma poi non lamentiamoci delle possibili conseguenze della nostra azione libera. Chi mi impedisce di andare in giro a urlare a chiunque incontro "Cornuto"? E forse nel 50% dei casi avrò detto anche la verità ma se torno a casa con un occhio nero non posso prendermela con la violenza che c'è nelle nostre città.

Ed infine... quante parolacce gratuite.

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