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lunedì 27 febbraio 2012

Un numero magico.

Dal Vangelo secondo Marco 1,12-15
In quel tempo, lo Spirito sospinse Gesù nel deserto e nel deserto rimase quaranta giorni, tentato da Satana. Stava con le bestie selvatiche e gli angeli lo servivano.Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio, e diceva: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo».
Quaranta… un numero che dice la vita. I quaranta giorni di Gesù nel deserto, come i quaranta giorni della presenza del Risorto in mezzo ai suoi. È Questa la grande parentesi che abbraccia tutta la quaresima. Gesù inizia la sua storia condividendo in tutto la condizione umana, non vuole essere estraneo alla tentazione, alla fatica del cammino, al rischio dell’errore di prospettiva. Solo il proseguo della sua storia ci dirà che Lui in questa lotta ne esce vittorioso. Vittorioso perché non ha confidato esclusivamente sulle sue forze, ma ha abitato sempre nella volontà del Padre. Pur nella tentazione il suo cuore ha avuto, nel rapporto col Padre, il suo punto saldo. Marco rende evidente questo permanere di Gesù dentro il rapporto con Dio attraverso la presenza di questi angeli che lo servivano. C’è come “una presenza dentro il vuoto” che ci dice che non è vana fatica lottare contro le tentazioni e il tentatore. Il deserto luogo della prova e dell’amore, Israele nel deserto è chiamato a rendere evidente ciò che più gli sta a cuore, ciò per cui vale la pena camminare, sognare, faticare. Israele è portato nel deserto per essere a tu per tu con se stesso e con il suo Signore. Ed ecco che, nella prima domenica di quaresima, anche noi siamo invitati a guardare in faccia le nostre tentazioni per vincerle grazie alla presenza dello Spirito, cioè della forza di Dio che lotta per noi ed in noi, perché “chi siamo e a che cosa crediamo viene fuori davanti al disagio, nell’ora arrischiata”. Solo dopo aver attraversato questi quaranta giorni di deserto potremo sperimentare i quaranta giorni del Risorto. E dopo questi quaranta giorni di lotta e vittoria accade lo scontro con la violenza del potere: Giovanni è arrestato. Ma allora per cosa si è lasciato tentare Gesù e su cosa ha vinto se poi tutto finisce in morte e sopruso? Agli occhi di Dio “questa non è terra di morti, ma il vivo crepuscolo di un mattino perenne”. Tanto che vi è l’inizio dell’annuncio, il Regno di Dio è vicino. Vicino non come distanza da colmare ma come compagno accanto nel cammino. Il Regno di Dio cioè un luogo ed un tempo nel quale la sovranità dell’amore è evidente, attuale, esperienza. Gesù apre la bocca ed annuncia una positività permanente dentro la realtà perché sa che l’uomo ha “bisogno di avere una voce e un destino”.

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