venerdì 14 agosto 2009
Solennità di Maria Assunta in cielo
Come ogni anno, si rinnova nel bel mezzo del ferragosto, l'appuntamento con il nostro destino finale. La festa dell'Assunzione al cielo della Madonna ci dice che, per quanto ci si possa stare bene sulla terra, per quanto ci si abitui alle dinamiche umane, noi in realtà siamo fatti di cielo e per il cielo. Lungi da noi l'idea del cielo come un luogo fisico ma come luogo dell'anima. Il cielo è quel luogo nel quale la compagnia di Dio diventa evidente e permanente. Il cielo è il cuore stesso di Dio dai cui palpiti siamo stati generati ed è a quei palpiti che aneliamo, come l'apostolo amato da Gesù che pone il suo capo sul petto del maestro per sentirne l'intimo scorrere della vita. Il cielo è l'invito evidente e pressante ad un orizzonte altro ed alto. Zavorrati da tante, troppe cose, anche il nostro sguardo fatica a guardare un altrove. Ma quando nei momenti di verità e di silenzio sentiamo emergere tutta l'insoddisfazione allora ci accorgiamo che non possiamo abbassare la soglia del desiderio. Già la festa di san Lorenzo ci proietta nella dimensione delle stelle, guardando verso l'Alto ecco spuntare Maria, stella del mattino, stella di un nuovo giorno, inizio di una nuova possibilità, luce sicura nel grigio della vita, barlume cui affidare il proprio cammino.
Lungi dal fare poesia, in Maria assunta in cielo, vediamo realizzate le profonde aspirazione della nostra umanità. In lei, che è stata donna della terra, dell'esilio, dell'incomprensione, del dolore, del freddo, del nascondimento, si realizza per grazia il destino ultimo: donna alla presenza di Dio. Questo da una speranza certa al nostro esilio, al nostro dolore, al freddo che spesso abita la nostra esistenza. Lei con il suo corpo già in cielo ha fatto irrompere tutta l'umanità nella casa di Dio. A cena con il Padre perché non ha avuto difficoltà ad aprire la porta della sua vita a quel Dio che educatamente bussava alla sua casa. Maria-segno di ciò che l'umanità è chiamata ad essere. Maria-segno che nulla può impedire all'uomo di raggiungere quella pienezza cui anela.
"Non poteva conoscere la corruzione del sepolcro colei che aveva dato al mondo l'autore della vita", così canta il prefazio dell'odierna liturgia. Questo vale anche per noi quando diventiamo Maria. Se ogni nostro gesto, pensiero ed azione diventano mariani, cioè portatori dell'autore della vita, di Dio, allora sono destinati a non conoscere la corruzione del sepolcro, perché "è il tempo che tu hai perduto per la tua rosa che ha fatto la tua rosa così importante". Qui si gioca il senso di questa festa: decidere di perdere tempo per Dio.
Che la Madonna, dall'alto della sua postazione privilegiata, guardi ad ognuno di noi e ci protegga, tenga conto della nostra vulnerabilità e aiuti la nostra speranza.
Buon ferragosto.
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