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venerdì 27 novembre 2009

Piccoli miracoli feriali.




Grazie ad un'amica che mi ha prestato l'automobile questa settimana ho potuto incontrare un po' di persone che non vedevo da tempo, alcune da prima del terremoto, e come sempre l'incontro rivela aspetti sconosciuti, misteriosi. Tra le persone incontrate c'è stata una giovane mamma che sprizzava serenità, pace, positività. Mi ha detto che la loro casa era da abbattere e che ora vivevano in una casa del progetto C.A.S.E. (scusate il gioco di parole). A questo punto mi sono sorpreso della sua serenità ed ho pensato che probabilmente aveva un buon lavoro, lei o il marito, ed imprudente gli ho chiesto: il lavoro tutto bene? Mi risponde: siamo disoccupati! Mi sono pentito di quella domanda fatta e forse lei lo ha capito ed ha aggiunto: Il Signore non ci sta facendo mancare nulla, è così delicato con noi.
Questi sono quegli incontri che ti cambiano la giornata e forse anche la vita.
Grazie alla solidarietà degli amici di Tuglie ho sempre a disposizione piccole somme di denaro proprio per tentare di rispondere a queste situazioni sconosciute ai mass media per i quali va tutto alla grande, tutto è risolto, sconosciute anche alle grandi associazioni di volontariato che credono che basta dare un tetto ed una scuola, costruire centri polivalenti e studentati per risolvere tutto, situazioni che all'improvviso ti si rivelano in quanto prete. Ho preso ciò che avevo a disposizione in quel momento e glielo dato, non era una grande somma ma pur sempre dignitosa perchè esito di una catena d'amore partita da lontano nello spazio ma accanto nel cuore.
Quasi a scusarmi ho aggiunto: Il dolce per il pranzo di oggi te lo offrono questi amici per i quali ti chiedo un'Ave Maria. Ha guardato quei soldi e mi ha risposto: e se oggi qualcun altro ha più bisogno di noi come farai? -La provvidenza - gli ho detto - ci penserà.
Con questi - mi dice- ho imparato a farci la spesa per un mese. Ed io ho pensato a quei cinque pani e due pesci di cui si parla nel vangelo ed ho capito ancora una volta che la fede non è una pia favola per pie devote ma una sfida che ti fa vivere nella realtà con uno sguardo diverso. E se ha un senso ancora fare il prete a L'Aquila, dove tutto è diventato corsa, moneta, burocrazia, denuncia, veleni, forse sta proprio in questi incontri imprevisti con la folle dei semplici che desiderano "sentirLo parlare".
Ed è il mio natale.

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