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sabato 7 novembre 2009

Domenica 8 novembre 2009



+ Dal Vangelo secondo Marco


In quel tempo, Gesù [nel tempio] diceva alla folla nel suo insegnamento: «Guardatevi dagli scribi, che amano passeggiare in lunghe vesti, ricevere saluti nelle piazze, avere i primi seggi nelle sinagoghe e i primi posti nei banchetti. Divorano le case delle vedove e pregano a lungo per farsi vedere. Essi riceveranno una condanna più severa».Seduto di fronte al tesoro, osservava come la folla vi gettava monete. Tanti ricchi ne gettavano molte. Ma, venuta una vedova povera, vi gettò due monetine, che fanno un soldo. Allora, chiamati a sé i suoi discepoli, disse loro: «In verità io vi dico: questa vedova, così povera, ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri. Tutti infatti hanno gettato parte del loro superfluo. Lei invece, nella sua miseria, vi ha gettato tutto quello che aveva, tutto quanto aveva per vivere».


Parola del Signore.
Ci sono due cose che colpiscono nel brano della Liturgia della Parola di questa domenica. C'è un Gesù che educa, mette in allerta, richiama affinchè non entri in noi il virus dell'apparire; c'è un Gesù che invita, esorta a guardare verso coloro che possono testimoniare la virilità amante della testimonianza autentica.
Anzitutto il richiamo a non lasciarsi ammaliare da ciò che appare. Spesso infatti siamo portati a giudicare chi ci sta di fronte in base ai suoi abiti, ossia alle sovrastrutture messe per celare la vera identità, cadendo nell'errore di far coincidere l'apparire con l'essere. Purtroppo anche la chiesa, nei suoi uomini, non è esente da tale tentazione. Abiti lunghi, filettature colorate, fasce e organze varie, indossate per la gloria di Cristo e per tentare di comunicare la bellezza e l'armonia della liturgia celeste, spesso diventano suppellettili vanitose a copertura della nostra pochezza, lapidi pregiate destinate a nascondere vermi d'uomo. Gesù ci porta ad un livello più profondo di giudizio. "Guardatevi" da coloro che amano farsi notare, guardatevi dalle primedonne, dalle dame di corte, guardatevi da chi si traveste da uomo pio ed orante al solo fine d'essere notato e lodato, per accaparrarsi i primi posti nelle assemblee di coloro che contano, da chi ama frequentare i salotti dei potenti per avere anch'essi, magari per osmosi, pezzi di potere. Il giudizio per loro sarà più severo.
Ma Gesù non mette in evidenza solo i comportamenti negativi dai quali stare alla larga. Indica anche quanto di positivo e di autentico circonda la vita del tempio, non quindi la polemica per la polemica ma l'attenzione alla realtà per una crescita della propria umanità secondo la giusta prospettiva.
Lui si guarda intorno pronto ad additare il giusto, ciò che ha valore infinito e per questo eterno e lo trova nella vedova che dona tutto ciò che possiede, si dona totalmente senza calcoli e tornaconti, anticipa il dono che Gesù stesso farà sulla croce. La vedova diventa così prefigurazione ed anticipo di Gesù, diventa cioè donna trasparente affinchè nei suoi gesti possa risplendere la persona di Gesù stesso. Questa trasparenza da compimento pieno alla nostra umanità e la realizza in quanto la libera da tornaconti e pretese che, se poi non arrivano, prostrano la nostra autostima per la quale siamo disposti a sacrificare tutto della nostra vita.

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