Sempre più spesso mi fermano per strada delle persone per chiedermi se siamo ancora attendati o fuori dall'Aquila. Ogni volta mi rendo conto di come l'informazione riesce a dirottare la notizia secondo il proprio punto di vista o secondo il punto di vista del "padrone", sia questo di destra, di sinistra, di sopra o di sotto. Mi si guarda strano quando dico che a L'Aquila in casa non c'è ancora nessuno, che il centro storico non è riaperto proprio per nulla e che quelle tre strade riaperte portano verso il nulla, un po' come quella giostra degli specchi dove sbattevi continuamente la faccia alla ricerca di un'uscita, che gli universitari non hanno luoghi dove andare una volta iscritti all'università, che le scuole, a dieci giorni dal loro inizio, non hanno ancora una sede completata e così via. Ma forse quello che più impressiona non sono le mezze verità o le bugie ma appunto le omissioni. Sfido a trovare una notizia sugli organi di informazione: Zapatero tra le condizioni messe agli aiuti della Spagna per la ricostruzione c'è quella di non destinare nemmeno un euro per il recupero di chiese e altri luoghi legati alla fede cattolica. Mi chiedo come mai una notizia del genere non ha trovato spazio su alcun giornale ma è rimasta nella cerchia dei destinatari? Povero Zapatero se sapesse che il castello spagnolo che lui sta contribuendo a restaurare conserva al suo interno un enorme patrimonio di arte sacra... forse dirotterebbe ulteriormente i suoi contributi al recupero di qualcuno dei vecchi casini o alla costruzione ex-novo di una moderna casa per appuntamenti. Meno male che c'è Vendola con tutte le sue tonnellate d'uva pugliese destinata ai terremotati senza distinzione alcuna di razza, religione, colore e sesso. Sempre di laicità si tratta, l'una ottusa in cerca di nemici, l'altra aperta che vede nell'altro la possibilità del mio stesso esserci. Meditiamo.
giovedì 10 settembre 2009
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