+ Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli attraversavano la Galilea, ma egli non voleva che alcuno lo sapesse. Insegnava infatti ai suoi discepoli e diceva loro: «Il Figlio dell’uomo viene consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno; ma, una volta ucciso, dopo tre giorni risorgerà». Essi però non capivano queste parole e avevano timore di interrogarlo.Giunsero a Cafàrnao. Quando fu in casa, chiese loro: «Di che cosa stavate discutendo per la strada?». Ed essi tacevano. Per la strada infatti avevano discusso tra loro chi fosse più grande. Sedutosi, chiamò i Dodici e disse loro: «Se uno vuole essere il primo, sia l’ultimo di tutti e il servitore di tutti». E, preso un bambino, lo pose in mezzo a loro e, abbracciandolo, disse loro: «Chi accoglie uno solo di questi bambini nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, non accoglie me, ma colui che mi ha mandato».
Parola del Signore
"Di che cosa stavate discutendo per la strada?" Immagino lo sguardo perso dei discepoli di fronte a questa domanda di Cristo. Sono stati sgamati con le mani nella marmellata, imbrattati da quel desiderio che rende i nostri gesti fuori controllo. Stavano discutendo di chi fosse il più grande in quel regno frutto unicamente della loro fantasia, come quel re descritto ne "Il piccolo principe", vestito di porpora ed ermellino, che esercitava il suo potere su tutte le stelle.
Purtroppo simili discussioni non sono ancora finite. Anche oggi tra i discepoli di Cristo vi sono coloro che perdono tempo a discutere e capire chi è il più grande, anche se spesso il tutto è coperto da una strana teoria circa il servizio. Allora non sono io il più grande, lungi da me questa pretesa, ma... sai...per obbedienza mi occupo di... e via titoli su titoli, responsabilità su responsabilità, capacità su capacità, competenze su competenze tanto da rendere i biglietti da visita di alcuni confratelli un compendio di tutti i titoli possibili ed immaginabili. E scopri che nel regno di Dio vi sono cappellani sovra e sottonumerari, monsignori monsignorini e monsignoroni, preti che sono anche arcipreti e arcipreti che sono pure arcidiaconi, e ancora suddiaconi risorti e protonotari apostolici e camerieri di S.S. (Sua Santità a scanso di equivoci). Davanti a questo sfoggio di mondaneità come non ringraziare il Signore che ha tenuto per se, nel numero del suo protocollo personale, l'unico titolo evangelico del quale ogni cristiano dovrebbe andare orgoglioso: BAMBINO. Un titolo che si conquista giorno dopo giorno, che non è dato una volta per tutte, che richiede un cuore capace di riconoscere la propria più intima natura, quella dell'essere stato voluto ed amato prima ed al di là di ogni merito. Il bambino è quel livello della natura dell'uomo nel quale la dipendenza dai genitori è evidente, è quel livello della vita che sa, per esperienza, che solo mettendo la sua mano in quella del padre sarà capace di camminare senza cadere e quindi testimonia che la verà libertà è nell'appartenenza a colui da cui la mia vita dipende.
Consenti Signore alla tua chiesa di nominare e destituire ma impediscile di arrogarsi il diritto di dare la nomina di Bambino a qualcuno dei tuoi figli, continua a tenere per te questo diritto perchè sappiamo che tu timbri questo decreto con il tuo abbraccio ed è questo quello di cui più abbiamo bisogno.
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