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sabato 3 ottobre 2009

Domenica 4 ottobre 2009

+ Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, alcuni farisei si avvicinarono e, per metterlo alla prova, domandavano a Gesù se è lecito a un marito ripudiare la propria moglie. Ma egli rispose loro: «Che cosa vi ha ordinato Mosè?». Dissero: «Mosè ha permesso di scrivere un atto di ripudio e di ripudiarla». Gesù disse loro: «Per la durezza del vostro cuore egli scrisse per voi questa norma. Ma dall’inizio della creazione [Dio] li fece maschio e femmina; per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una carne sola. Così non sono più due, ma una sola carne. Dunque l’uomo non divida quello che Dio ha congiunto». A casa, i discepoli lo interrogavano di nuovo su questo argomento. E disse loro: «Chi ripudia la propria moglie e ne sposa un’altra, commette adulterio verso di lei; e se lei, ripudiato il marito, ne sposa un altro, commette adulterio».Gli presentavano dei bambini perché li toccasse, ma i discepoli li rimproverarono. Gesù, al vedere questo, s’indignò e disse loro: «Lasciate che i bambini vengano a me, non glielo impedite: a chi è come loro infatti appartiene il regno di Dio. In verità io vi dico: chi non accoglie il regno di Dio come lo accoglie un bambino, non entrerà in esso». E, prendendoli tra le braccia, li benediceva, imponendo le mani su di loro.

Parola del Signore.
Nessuna parola è più lontana dalla sensibilità dell'uomo contemporaneo come quella che pronuncia oggi Gesù. Ma dobbiamo riconoscere che questa parola purtroppo è lontana anche da chi si professa cristiano. Le nozze, lungi dall'essere concepite come una vocazione che nascendo da Cristo, ha come senso ultimo la testimonianza di come il Signore ama la sua chiesa, sono divenute "matrimonio". Il matrimonio, così come il patrimonio, sono parole che hanno una origine latina e dicono il munus, cioè il diritto della madre o del padre. Le nozze cristiane non dicono il diritto di nessuno ma testimoniano il dilatarsi di quell'esperienza dell'amore che ha in Cristo la sua origine. Come il sacerdozio, come la vita consacrata, così l'unione dell'uomo e della donna è l'esito di un amore che, riversato in modo sovrabbondante nel cuore del singolo, chiede, urge di comunicarsi, esplode in mille e mille direzioni, investendo della sua soavità tutto ciò che incontra nella sua traiettoria. Ho sempre ripetuto agli sposi che chiedevano di fare con me un cammino di preparazione al sacramento delle nozze che loro primo compito era quello di richiamare immediatamente a Cristo, possibilmente senza scandalo. Così come quando si vede per strada un prete, una suora, un frate si è richiamati a Cristo, anche per gli sposi cristiani dovrebbe valere la stessa cosa. Forse secoli di clericalismo hanno depauperato questo sacramento, ne hanno svilito la portata profetica e santificante. E' giunto il momento di riprendere sul serio la teologia delle nozze così come è suggerita dalla Sacra Scrittura affinchè la dignità del laicato possa finalmente esplodere con tutta la sua potenzialità all'interno della chiesa di Cristo.

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