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lunedì 12 ottobre 2009

"Una cosa sola ti manca..." Domenica 11 ottobre 2009




+ Dal Vangelo secondo Marco


In quel tempo, mentre Gesù andava per la strada, un tale gli corse incontro e, gettandosi in ginocchio davanti a lui, gli domandò: «Maestro buono, che cosa devo fare per avere in eredità la vita eterna?». Gesù gli disse: «Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, se non Dio solo. Tu conosci i comandamenti: “Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non testimoniare il falso, non frodare, onora tuo padre e tua madre”». Egli allora gli disse: «Maestro, tutte queste cose le ho osservate fin dalla mia giovinezza». Allora Gesù fissò lo sguardo su di lui, lo amò e gli disse: «Una cosa sola ti manca: va’, vendi quello che hai e dallo ai poveri, e avrai un tesoro in cielo; e vieni! Seguimi!». Ma a queste parole egli si fece scuro in volto e se ne andò rattristato; possedeva infatti molti beni.Gesù, volgendo lo sguardo attorno, disse ai suoi discepoli: «Quanto è difficile, per quelli che possiedono ricchezze, entrare nel regno di Dio!». I discepoli erano sconcertati dalle sue parole; ma Gesù riprese e disse loro: «Figli, quanto è difficile entrare nel regno di Dio! È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio». Essi, ancora più stupiti, dicevano tra loro: «E chi può essere salvato?». Ma Gesù, guardandoli in faccia, disse: «Impossibile agli uomini, ma non a Dio! Perché tutto è possibile a Dio».Pietro allora prese a dirgli: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito». Gesù gli rispose: «In verità io vi dico: non c’è nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle o madre o padre o figli o campi per causa mia e per causa del Vangelo, che non riceva già ora, in questo tempo, cento volte tanto in case e fratelli e sorelle e madri e figli e campi, insieme a persecuzioni, e la vita eterna nel tempo che verrà».
Parola del Signore.
Ho celebrato l'eucaristia nella caserma della Guardia di Finanza a Coppito, la prima volta di nuovo a L'Aquila da quel 6 aprile cha ha cambiato la vita e le abitudini a tutti noi. Non poteva esserci Liturgia della Parola più adatta di quella odierna per riprendere, guardando all'essenziale, le fila di rapporti vecchi e nuovi e per ridare senso e speranza alla mia stessa ministerialità. Infatti nel vangelo di oggi vi è la ricetta dell'eterna giovinezza, cioè la ricetta per mantenere un cuore aperto alla novità, alla speranza, al sogno, al futuro. Sino a quando il mio cuore saprà mantenere desta la domanda sulla vita eterna la vecchiaia non troverà spazio nella mia vita. Si può essere giovani anche a cento anni se solo si avrà il coraggio di chiedere a Colui che solo può rispondere il dono del senso della vita, il legame che unisce il momento che vivo, lieto o triste, al tutto cui anelo, ciò che salva l'effimero di cui tutto sembra consistere con il fondamento che pur percepiamo nelle cose e negli eventi, che desideriamo ci sia affinchè non tutto vada perduto nell'oblio della inconsistenza. Ci sono incontri ed eventi che ripropongono prepotente la domanda. Il terremoto è sicuramente uno di questi. Al di la delle umane, umanissime lamentele, cosa può dare consistenza e senso a questo evento? Cristo ci rimanda immediatamente alla Legge e alla sua obbedienza ma molti di noi hanno fatto tutto questo sin dalla giovinezza, non io che non brillo per santità di vita. Ma pur essendo stati fedeli ai comanadamenti di Dio, si fa fatica a capire e quindi scatta una profondità di verifica e di domanda. Tutto questo l'ho fatto sin dalla giovinezza ma non mi corrisponde pienamente, non basta. Di fronte alla profondità della domanda, di fronte all'abisso da cui scaturisce, Cristo non può fare a meno di trasformarsi da Maestro ad Innamorato. Ed ecco la provocazione: giocati in un rapporto personale con me, come a dire frequentiamoci, stammi vicino, camminami accanto... come forse suggerisce l'immagine che ho scelto per questo post, abbi il coraggio di mettere quella tessera che sola può completare il tuo cuore, tessera pericolosissima perchè una volta posta permette al sangue di pulsare in tutto il corpo, cortocircuita l'umano che è in te provocando scintille che devono infiammare ciò che ti circonda. Il giovane ricco non ha il coraggio di darsi ad un Altro, resta chiuso nelle certezze che gli vengono dai suoi beni , non scommette sull'imprevisto. A noi resta la provocazione fatta a Pietro: il centuplo quaggiù e la vita eterna. Una provocazione da accettare anche perchè, personalmente, non vedo altra ipotesi così corrispondente a ciò che cerco.

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