"Al cominciarsi della sacra novena in onore del santo Bambino Gesú il mio spirito si è sentito come rinascere a novella vita: il cuore si sente come abbastanza piccino per contenere i beni celesti; l'anima sente tutta disfarsi alla presenza di questo nostro Dio per noi fatto carne. Come fare a resistere a non amarlo sempre con nuovo ardore?!"
Mi è capitata sotto agli occhi questa lettera che san Pio da Pietrelcina scriveva ad una sua figlia spirituale proprio il 17 dicembre del 1914 e mi ha sorpreso, al di là del linguaggio che è figlio del tempo, la straodinaria testimonianza d'amore di quest'uomo verso Gesù. Anche per noi è iniziata la novena in onore di Gesù bambino ma quanti hanno sentito il proprio spirito rinascere, quanti hanno percepito una novità di vita? Spesso le nostre liturgie testimoniano una afasia che rende vano ogni tentativo di comunicazione della gioia divina. Non sentiamo piccolo il nostro cuore ma percepiamo piccoli i doni di Dio, quelli che p. Pio chiama i beni celesti. Siamo così presi dal possesso e dal desiderio dei beni terrestri che non percepiamo più l'esistenza di altri beni, quelli che rendono ricca e feconda la vita. Ed infine, quando anche siamo presi da momenti di vera religiosità, la domanda che ci facciamo è "come possiamo amare il Signore", puntando spesso su uno sforzo moralistico. San Pio capovolge la domanda: "Come resistere a non amarlo?" perchè il vero amore non si conquista con i nostri propositi spesso fallimentari ma solo con l'arrendersi ad uno sguardo che ti fa capire che tu sei tutto per lui.
Io sono tutto per Lui, come resistere a non amarlo?
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