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domenica 13 dicembre 2009

Cosa dobbiamo fare?



+ Dal Vangelo secondo Luca


In quel tempo, le folle interrogavano Giovanni, dicendo: «Che cosa dobbiamo fare?». Rispondeva loro: «Chi ha due tuniche, ne dia a chi non ne ha, e chi ha da mangiare, faccia altrettanto». Vennero anche dei pubblicani a farsi battezzare e gli chiesero: «Maestro, che cosa dobbiamo fare?». Ed egli disse loro: «Non esigete nulla di più di quanto vi è stato fissato». Lo interrogavano anche alcuni soldati: «E noi, che cosa dobbiamo fare?». Rispose loro: «Non maltrattate e non estorcete niente a nessuno; accontentatevi delle vostre paghe».

Poiché il popolo era in attesa e tutti, riguardo a Giovanni, si domandavano in cuor loro se non fosse lui il Cristo, Giovanni rispose a tutti dicendo: «Io vi battezzo con acqua; ma viene colui che è più forte di me, a cui non sono degno di slegare i lacci dei sandali. Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco. Tiene in mano la pala per pulire la sua aia e per raccogliere il frumento nel suo granaio; ma brucerà la paglia con un fuoco inestinguibile». Con molte altre esortazioni Giovanni evangelizzava il popolo.


Parola del Signore
Giovanni ha scosso i cuori dei suoi ascoltatori, gli ha fatto vedere, o almeno percepire, una nuova possibilità, una novità di vita, ed ora gli stessi osano chiedere cosa è necessario fare per approdare a quella novità. Non sono ascoltatori prescelti, uomini di chiesa o di cultura, sono uomini della strada, le folle come le chiama Luca, i pubblicani i soldati perchè al di là di quello che si fa il profeta è colui che ha la capacità di parlare a ciò che si è: uomini capaci di percepire la propria finitudine e al contempo con la speranza di una vittoria infinita. Giovanni non cede ad un facile radicalismo ma resta in un autentico realismo, non chiede l'impossibile, non può chiederlo perchè non è il messia, chiede il fattibile; chi ha due tuniche... non esigete di più... non estorcete... Come sono attuali queste parole in giorni in cui l'estorsione sembra costume diffuso e condiviso. Abbiate il coraggio di ascoltare il vostro cuore il quale non riesce a rimanere indifferente quando incontra un uomo nudo per la strada e al quale riesce naturale condividere per coprire dalla vergogna e dal freddo. Che cosa dobbiamo fare? Ascoltare il proprio cuore ed il bisogno nel cuore del fratello, da Giovanni il battista in poi dare ed amare sono lo stesso verbo.
Ma c'è un secondo passaggio che non possiamo non fare. Quando cominciamo a profetare e a testimoniare c'è sempre il rischio d'essere scambiati noi per il messia. Quanto facilmente molti cadono in questa tentazione... o magari ci vanno così vicini che poi diventa difficile vedere la linea di confine. Nel post terremoto, ad esempio, di quasi-messia ne abbiamo visti tanti, alcuni mascherati da politici, altri da amministratori, altri da volontari, altri da manager, costruttori, giudici, tecnici ed infine, non possono mai mancare, da preti o uomini del sacro. A tutti coloro che si sono scordati che neppure il legaccio dei sandali siamo degni di slegare al vero messia occorre ricordare il fallimento sicuro che è dietro l'angolo quando ci poniamo come guide e salvatori. Noi come tutti, uomini in cammino di fronte ai tanti bivii dell'esistenza, sicuri solo dell'amore di Cristo dal quale nessun evento, disgrazia, delusione potrà mai separarci.

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