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mercoledì 16 dicembre 2009

Eppure non scendi dalle stelle...




Siamo al 16 dicembre, inizio della novena del natale.
Stamattina ero sveglio quando da lontano ho sentito una melodia natalizia. E' tradizione del mio paese celebrare la novena del natale, ma anche quella dell'Immacolata, la mattina presto, alle 5,30. Dalle 5,00 inizia a girare per il paese una macchina con l'amplificazione facendo ascoltare canti natalizi, il volume era rispettoso di chi dormiva, bisognava essere già svegli per poter sentire il canto. E' una bella tradizione, dice il senso dell'attesa, quando non c'è più notte e giorno ma ogni istante è proteso a colui che deve arrivare. Quando ero piccolo al suono della amplificazione seguiva il rumore delle tante scarpe che nel freddo e nel buio della notte affrettavano il loro passo verso la chiesa madre. Un freddo pazzesco, a volte la nebbia, più spesso la pioggia accompagnavano questi pellegrini dell'assoluto. Io andavo a dormire a casa di mia nonna, dalla lontana periferia della casa dei miei genitori verso il centro in modo da abbreviare il cammino. Non ricordo che sia mai suonata la sveglia ma era la voce di mia nonna a svegliarmi quando ancora don Nicola (il parroco) dormiva, alla voce seguiva il gesto del ribaltamento delle coperte, dal caldo accogliente di plaid e piumoni al freddo improvviso della stanza. Forse tutto questo ha contribuito ad una cordiale insopportabilità del canto "Tu scendi dalle stelle". Poetico ed innamorato di Gesù sant'Alfonso Maria de Liguori ma poco realista perchè se c'è una cosa che proprio Gesù non si è mai sognato di fare è quella di scendere dalle stelle. No lui non è sceso da nessuna parte, non si è confuso con gli ufo nè con Mazinga nè con alcun altro degli eroi moderni che arrivano da pianeti lontani, salvano o distruggono l'umanità e poi ritornano alle loro case. Lui ha chiesto d'essere accolto nella vita di una ragazza di Nazaret, gli ha chiesto un'adozione, prima a distanza poi nella carne. Ecco perchè quel freddo delle cinque di mattina mi ha fatto capire che Cristo chiede di nascere attaverso la nostra carne, attraverso i suoi brividi di freddo e di paura, nel percorso dentro la notte, sotto la pioggia, nell'indecisoine del cammino nella nebbia. Non i luoghi delle tante dogmatiche certezze sono quelli amati da Cristo ma le pieghe della vita e dell'anima umana. Grazie Signore perché anche oggi tu non scendi dalle stelle ma chiedi alla mia carne di partorirti al mondo e per il mondo e così mi dai l'opportunità di diventare anch'io Maria.

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