Mi è arrivato un sms sul cellulare che diceva:
"Domani festa della presentazione mons..... e .....
celebrano alle ore 17,00 nella chiesa di ......
insieme a tutti i religiosi che rinnovano i voti"
Non sono un religioso quindi in se l'sms non avrebbe dovuto interessarmi ma ad un tratto mi sono ricordato dei tanti religiosi e religiose che ho conosciuto in questi anni e che non vedo ormai da prima del 6 aprile, giorno in cui il terremoto ci ha dispersi ai quattro angoli della terra... d'Abruzzo, ed ho pensato a quale splendida occasione per poterli rivedere tutti, scambiarsi informazioni, sorrisi, pacche sulle spalle e coraggio. Farò tutto il possibile quindi per essere con loro celebrando intorno allo stesso altare l'unico sacrificio che tutti ci salva.
Ma stranamente mi è venuta anche una piccola obiezione; mi ritornava la frase: "i religiosi che rinnovano i voti". Ad un certo punto mi son detto: "Ma come i religiosi rinnovano i voti o piuttosto non sono i voti a rinnovare i religiosi?" Non so se si capisce la mia obiezione. La domanda non era studiata a tavolino ma spontanea e quindi non censurabile. Credo veramente che siano i voti a rinnovare i religiosi. La povertà, la castità, l'obbedienza se desiderati veramente come il primo giorno di consacrazione hanno la capacità di provocare un continuo rinnovamento della vita. Non perché i voti in se assumono un altro valore ma perchè gli stessi voti di sempre sono chiamati a realizzarsi in contesti culturali, religiosi ed esistenziali sempre diversi. In questo modo non arrugginiscono in angoli oscuri e remoti della coscienza ma emergono sempre vivi e vivificanti.
Aspetti della nostra personalità non sono ancora abitati dalla povertà o dalla verginità ma non per questo la nostra adesione a Cristo è meno perfetta, in fondo la vita cristiana altro non è che il cammino della vita che ha presenta una meta, in questo cammino allora ogni giorno posso avvicinarmi o allontanarmi dall'ideale ma tutta la nostra pochezza e peccaminosità è vinta dall'evidenza che comunque l'ideale è il punto di fuga di tutto il nostro essere ed esserci.
E allora ai miei amici religiosi e religiose vorrei augurare non di rinnovare i voti ma d'essere rinnovati dai voti per un cammino sempre più spedito verso l'unico porto della Grazia, la compagnia di Cristo alla mia vita.
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